Alimenti freschi, surgelati, farmaci o prodotti sensibili: la qualità del servizio del loro trasporto si misura nella puntualità della consegna, ma anche nella capacità di mantenere condizioni termiche precise, continue e certificate. Per questo la certificazione ATP rappresenta un requisito obbligatorio per i veicoli industriali dotati di casse isotermiche e destinati al trasporto a temperatura controllata.
Casse Isotermiche e Certificazione ATP: la guida completa. Spiegare cosa prevede questa normativa è utile per evitare errori che possono costare molto caro. Sanzioni, fermo del mezzo, sequestro della merce o addirittura danni d’immagine sono scenari reali per chi viaggia senza essere in regola. E la regola, in questo caso, è una sola: conoscere l’ATP e rispettarne ogni dettaglio.
Per approfondire: “Certificazioni obbligatorie per Veicoli Industriali: cosa serve per essere in regola”
Che cos’è la certificazione ATP
L’ATP, acronimo di Accord Transport Perissable, è un accordo internazionale firmato a Ginevra nel 1970 e recepito in Italia nel 1977. Regola il trasporto su strada di derrate alimentari deperibili, stabilendo requisiti precisi per l’idoneità dei mezzi a garantire una temperatura stabile e corretta durante tutto il viaggio.
A livello pratico, un veicolo isotermico può circolare per il trasporto di alimenti solo se dotato di certificazione ATP in corso di validità, allegata al libretto di circolazione. Questo documento attesta che il mezzo è stato testato e riconosciuto idoneo al trasporto di merce deperibile, secondo parametri molto precisi legati alla coibentazione e al funzionamento del gruppo frigorifero.
Ogni tipologia di carico richiede specifici livelli di isolamento e capacità di mantenimento della temperatura, ed è per questo che l’ATP prevede diverse classi e categorie.
Le classi ATP e come si distinguono
La classificazione dei veicoli isotermici in base all’ATP parte da due macro-categorie: l’isotermico normale, utilizzato per il trasporto del fresco, e l’isotermico rinforzato, pensato per la conservazione dei surgelati. Da qui si entra nel dettaglio con le tre classi principali.
La classe A è quella più diffusa e consente di trasportare alimenti tra 0 e +12°C. È la soluzione standard per chi consegna prodotti freschi come frutta, verdura, latticini e altri alimenti deperibili non congelati.
La classe B, meno utilizzata, estende il limite fino a -10°C. Tuttavia, molti professionisti preferiscono investire direttamente nella classe C, che garantisce una tenuta termica fino a -20°C, adatta quindi a surgelati e prodotti congelati. Questo perché, a parità di investimento, la classe C offre prestazioni superiori e maggiore flessibilità operativa.
Scegliere una classe, quindi, influisce direttamente sulla possibilità di accedere a determinati contratti di trasporto, sull’uso quotidiano del mezzo e, soprattutto, sulla conformità rispetto alle norme sanitarie.
Validità, revisione e rinnovo dell’ATP
Una volta ottenuta, la certificazione ATP ha una durata variabile. I veicoli omologati in classe A possono circolare per 15 anni, con una prima revisione obbligatoria al sesto anno, e successivamente ogni tre anni. Per i mezzi in classe B e C, invece, la validità è di 12 anni, con revisione al sesto anno e poi ogni due anni.
Alla scadenza, è possibile declassare il veicolo dalla classe B o C alla classe A, prolungandone così la vita utile, anche se limitata al trasporto di merce fresca.
Attenzione: per ottenere il rinnovo, il veicolo deve essere in ottime condizioni, e la coibentazione insieme al gruppo frigorifero devono ancora garantire il mantenimento delle temperature previste.
Il collaudo, da effettuare presso centri autorizzati, serve proprio a verificare questi requisiti.
Durante l’ispezione, gli operatori controllano lo spessore dell’isolamento, le dispersioni termiche, la funzionalità del gruppo frigo e, nei casi più avanzati, la possibilità di doppia alimentazione (strada/rete), fondamentale per non interrompere la catena del freddo durante carico e scarico.
Quelle sigle sulle fiancate: come si leggono
Chi lavora con i furgoni isotermici si sarà certamente imbattuto nelle sigle FNA, FRC, FRAX, e così via. Si tratta di codici standardizzati che identificano in modo immediato la classe ATP, il tipo di coibentazione e il tipo di alimentazione del gruppo frigorifero.
Una sigla come FRC indica, ad esempio, un mezzo omologato in classe C, con coibentazione a coefficiente K ≤ 0,4 W/m²°C e dotato di gruppo frigo autonomo, cioè capace di funzionare anche a motore spento. Se invece sulla fiancata troviamo la sigla FRCX, siamo davanti a un veicolo simile, ma con gruppo non autonomo, quindi alimentato solo dal motore principale.
La distinzione tra gruppi autonomi e non autonomi incide sulla flessibilità d’impiego e sulla capacità di conservare la temperatura in tutte le fasi operative, anche durante soste prolungate o in mancanza di alimentazione da motore.
Scelte tecniche da non sottovalutare
Molti noleggiatori si limitano a proporre il mezzo. Ma un furgone isotermico, per funzionare davvero bene, deve essere configurato con precisione. Ad esempio, nel caso della classe C, è fondamentale che il gruppo frigorifero sia predisposto per lavorare anche con presa esterna: una funzione che permette di raffreddare l’ambiente prima della partenza, evitare inutili consumi di carburante e mantenere la temperatura anche a veicolo fermo.
Un altro accorgimento importante è l’aggiunta della seconda porta laterale, utile per ridurre la dispersione termica durante le aperture frequenti. Questo dettaglio è spesso decisivo per chi consegna in aree urbane con fermate ravvicinate o effettua trasporti misti.
E se non rispetti la normativa?
Si parte da multe di poche decine di euro per irregolarità documentali, fino ad arrivare a oltre 7.500 euro nei casi più gravi, come la circolazione con certificazione scaduta o il trasporto promiscuo di merci senza separazioni. In caso di ispezione dei NAS o di sequestro della merce, il danno può estendersi anche a livello penale o contrattuale.
La regola è semplice: l’ATP va rispettata in ogni dettaglio, dal tipo di carico fino al collaudo periodico. La documentazione deve essere aggiornata, disponibile a bordo e coerente con il tipo di allestimento e con il servizio svolto.
Una soluzione comoda? Il noleggio con certificazione inclusa
Casil Car, attraverso la sua rete di partner specializzati, propone veicoli isotermici già certificati ATP e pronti all’uso. Il servizio di noleggio a lungo termine include la manutenzione dell’allestimento, il rinnovo della certificazione e tutti gli interventi necessari per mantenere il mezzo in perfette condizioni operative. Il pacchetto, pensato per aziende del settore alimentare, farmaceutico o della ristorazione, consente di lavorare senza pensieri e senza sorprese.
Sede operativa: Afragola (NA)
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